Non ho votato lo scorso weekend (per le
primarie del centro-sinistra). Non l'ho fatto, per la prima volta negli ultimi
13 anni (cioè da quando, raggiunta la maggiore età, ho acquisito il diritto di
voto). Parimenti, domenica prossima non mi recherò alle urne per il
ballottaggio Renzi-Bersani. Con grande rammarico, perchè il PD (inteso come
progetto politico) rappresenta, ai miei occhi, il contenitore partitico dal
quale, da buon progressista, ho sempre sognato di essere rappresentato.
Non condivido (anzi, condanno) le esternazioni,
denigratorie e volgari, di Grillo (il 20% di cui è accreditato, al momento, il
suo Movimento gli sta veramente dando alla testa): "l’ennesimo giorno dei morti", "un grottesco viaggio nella follia",
"un'autocelebrazione di comparse", perchè, a differenza sua,
ho grande rispetto per gli oltre 3 milioni di cittadini che ancora, e
nonostante tutto, confidano nella buona politica e per le decine di migliaia di
volontari che hanno offerto il loro (prezioso) tempo al servizio di una causa
che costituisce 'l'abc' di un sistema democratico. Ma che fare quando non ci si
sente rappresentati, al 100%, da nessuno? Onestamente, mi sono rotto le scatole
di scegliere, fra una rosa di nomi imposti dalla casta, 'il meno peggio'! Mi
sono rotto le scatole della vecchia guardia alla Bersani (e, soprattutto, del
suo fido che risponde al nome di Massimo D'Alema; gente che ha fatto delle
stanze del potere la sua dimora e, in una vita, non è riuscita a promuovere una
cazzo di legge sul conflitto di interessi, causa del ventennio berlusconiano e
del declino economico e morale nel quale siamo precipitati), dei finti
rottamatori alla Renzi (che, dal 2011, ha tra i suoi più stretti
collaboratori Giorgio Gori, ex dirigente Fininvest ed ex direttore di Canale 5;
si proprio lui, uno degli ex schiavi del 'padre padrone'; in più, non trovate
il suo linguaggio, il suo modo di porsi all'elettorato, populista, un pò alla 'little
Silvio'?!), degli aspiranti statisti alla Vendola (a mio parere, il meno
peggio, ma che, per quanto sia stato assolto 'perchè il fatto non sussiste',
fino a meno di un mese fa risultava indagato, assieme all’ex direttore generale
della Asl di Bari Lea Cosentino, nell'ambito dell'inchiesta relativa allo scandalo sanità
in Puglia), delle figure impresentabili alla Puppato (ma che credibilità può
avere, a livello internazionale, una che, la sera del confronto televisivo su
SkyTG24, dà una risposta come quella da lei fornita in riferimento alla domanda
sull'approccio che avrebbe assunto in Europa qualora fosse diventata Presidente
del Consiglio?!) e dei democristiani vecchio stampo alla Tabacci (che non
merita commento ulteriore).
Io non sono un 'anti-politico',
non sono un 'radical-chic' che non va a votare per distinguersi dalla massa. Anzi, mi urterebbe essere etichettato come tale, per
almeno due ordini di ragioni:
- perchè amo la politica, che, come
tutti dovrebbero capire, non è un qualche cosa di astratto e terrificante; è,
semplicemente, l'attività inerente l'amministrazione della 'polis' (quindi
della 'cosa pubblica') e finalizzata al raggiungimento del bene comune;
- perchè intendo il diritto di voto,
prima ancora che un diritto, un dovere (civico).
Per carità, dovrebbero esserci
cittadini più indignati del sottoscritto. Provo a immedesimarmi in un elettore,
tendenzialmente, di centro-destra e mi chiedo: ma come cazzo faccio ancora a
credere alle favole del padre padrone di cui sopra, del cantastorie, del
puttaniere, del pagliaccio, dello psico-nano?! Elettori di centro-destra, ma
davvero considerate ancora degno di credibilità Silvio Berlusconi?! Davvero
considerate degno di credibilità quell'esercito di lecchini, di populisti, di
mafiosi, di voltafaccia, di puttane che gli ruota attorno?! (...)
A me, a noi, a questa generazione, a
quelle future, stanno togliendo tutto: il lavoro, la dignità, fra qualche anno,
forse, anche il pane e chissà che altro. "I have a dream",
disse Martin Luther King quasi cinquant'anni fa davanti il 'Lincoln Memorial'
di Washington, nell'ambito di un arringa destinata a entrare, di diritto, nella
storia americana, e non solo. Anche io avrei un sogno: vivere in un paese
migliore, dove chi decide, deliberatamente, di mettersi al servizio della
collettività lo faccia per passione, per vocazione, e al solo fine di far fruttare
le proprie competenze e capacità per il bene della comunità tutta (sia di chi
gli attribuisce, mediante il suo voto, l'onore, e l'onere, di sedere su quelle
poltrone, sia di quella minoranza che, legittimamente, non ha creduto ai suoi
progetti e proclami). Figuriamoci, non succederà mai. Ma a me piace credere
nelle illusioni. A meno che questi farabutti avranno il coraggio di spogliarci
veramente di tutto, anche della più nobile delle libertà: quella di sognare.
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